Le 6 risposte della Puppato

[questo post è stato aggiornato dopo la pubblicazione originale]

Laura Puppato sul suo blog ha pubblicato oggi le sue risposte alle 6 domande su scienza e ricerca di cui ho parlato ieri.

Lo ha fatto prendendo un po’ in contro piede competitori alle primarie e anche propositori delle questioni, giacché l’indirizzo originario era quello di attendere le risposte di tutti i 5 candidati (o comunque attendere sino al 21 c.m.) e poi pubblicare le risposte sul sito di Le Scienze per passare poi ai commentari dei blogger, al fact checking degli esperti e così via.
Pace: arguta mossa comunicativa della Puppato, lo riconosco.
Certo che. dopo aver letto le risposte, mi viene una gran voglia di rimettermi a dormire e svegliarmi domani, direttamente.
Credo che la Puppato non abbia capito chi le ha posto queste domande e quale slavina si stia ora staccando dalla montagna (il che ovviamente non depone a suo favore…).
Vi annetto di seguito le risposte date e il mio commento a caldo sul sito de Il Fatto Quotidiano.
Che tristezza…

1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?

Il tema della ricerca in un Paese quale l’Italia, che non è in condizione di competere se non innovando continuamente e lavorando per la qualità non per la quantità, è il cuore del problema.
Ci siamo avvicinati solo nel 2011 ad investire 1 punto e mezzo di Pil su questo, quando l’obiettivo Eu è almeno il 3% e i Paesi che hanno affrontato se non superato meglio la crisi, dimostrano come sia correlato il tasso di investimento in materia e la loro capacità di reagire alla crisi. Ben oltre il 4% la Germania, ancora oltre Olanda e i Paesi Scandinavi. Uno studio dell’Europa per l’innovazione quantifica in 3.700.000 i posti di lavoro disponibili in zona Eu raggiungendo il 3% di Pil destinato alla ricerca, sono non meno di 450mila posti di lavoro qualificati per l’Italia… Questo intervento attiverebbe risorse private che ne aumenterebbero di molto l’impatto sul mondo del lavoro, se solo lo Stato risulterà capace di fare sinergia con le imprese. La formula è quella di un Paese che non solo ritiene prioritario per il suo futuro investire in ricerca ma libera il mondo della ricerca dalle baronie e dalla precarizzazione, ne fa strumento di forte progresso sociale ed economico e lavora a stretto gomito con le imprese, guardando fuori dai propri confini per individuare priorità e direttrici di ricerca. Creare centri di ricerca, caso per caso, solo pubblici o per ricerca applicata in sinergia con le imprese, sostenere quelli che ci sono e funzionano, rendere esclusivamente meritocratico il metodo di assunzione dei ricercatori, eliminare la precarizzazione e aumentare i redditi dei ricercatori secondo parametri chiari e trasparenti è il mio obiettivo. Ma non basta.
L’innovazione fa coppia con i brevetti e la prototipazione e qui il richiamo necessario a un’Europa più unita e capace di fare politiche di intervento coordinate è forte. Un dato per tutti: in Europa registrare e mantenere un brevetto in 27 diversi Paesi con diversi sistemi etc.. costa 168.000€ in USA costa 4.000€ … Difficile competere se la situazione resta questa. C’è molto da lavorare sul tema, ma sarà entusiasmante vederne gli effetti.

2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?

Il ripetersi di alluvioni e frane dovrebbe averci fatto ormai capire da tempo che non siamo di fronte a eventi eccezionali ma a uno stato di conclamato dissesto idraulico e geologico di una parte consistente del territorio italiano. I cambiamenti climatici sono l’acceleratore al problema, il primo ostacolo da rimuovere è quello rappresentato da una “cultura dell’emergenza” che ci fa intervenire solo a posteriori, con costi in molti casi doppi e tripli solo per risarcire parzialmente danni enormi, senza parlare dei morti e del danno civile e morale che i cittadini subiscono in tragedie di questa portata. Al centro del mio programma politico e della mia idea di lavoro vi è la vera, unica e impellente Grande Opera che serve al nostro Paese: un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio. Vale 2.5% di PIL e 40 miliardi di euro, secondo stime del Ministero per l’ambiente. A conti fatti si tratta di un investimento che, se inserito in un piano organico di prevenzione, vedrebbe rivolte verso la manutenzione del territorio i costi oggi sostenuti per danni frutto di incuria e negligenza. Inoltre permetterebbe di lavorare Stato e Regioni assieme al fine di recuperare oculatamente i fondi Europei disponibili per progetti coordinati aventi questo obiettivo. Tutto questo significa lavoro che si attiva, maggiore sicurezza delle persone e tutela della qualità urbana e agricola. Le misure di adattamento ai cambiamenti climatici inoltre attiverebbero investimenti pubblici e privati con ricadute su ambiti diversi, tra cui l’urbanistica e l’agricoltura.
Il tema tellurico accompagna larga parte del nostro Paese, che si ritrova soggetto a rischi sismici ai quali non ha corrisposto una politica edilizia adeguata. Il Giappone è messo ben peggio di noi, ma ha da tempo provveduto ad adeguare le sue strutture pubbliche e private. Farlo è necessario e a questo scopo si potranno utilizzare anche – seppure parzialmente – i fondi per le politiche Eu per l’edilizia a risparmio energetico 2014/2020. Un’ottima occasione per cambiare ed evitare di andare col cappello in mano a chiedere aiuti dopo che le tragedie sono avvenute.
Una riflessione parallela va poi condotta sulla dissennata cementificazione che l’Italia ha subito negli ultimi decenni, alimentata anche dal ripetersi di condoni edilizi. L’impermeabilizzazione del territorio influisce pesantemente sull’aumentata velocità e dunque sulla voracità delle acque che devastano e si espandono in forma violenta. Necessita una nuova politica che faccia proprio il cambiamento necessario nel rapporto uomo-natura.

3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?

I cambiamenti climatici sono il tema all’ordine del giorno delle agende dei Governi del mondo e anche coloro che li hanno negati fino a ieri, oggi si rendono conto dell’evidenza di cambiare modello produttivo, costruttivo e di mobilità. Una nuova politica deve risultare anche per l’Italia finalizzata ad un’economia ad alta efficienza e a bassa emissione di CO2; verso una società carbon free questo deve essere il nostro imperativo categorico, fissando come la Germania obiettivi più virtuosi di quelli previsti dalle politiche comunitarie.
Per noi infatti, che non abbiamo fonti energetiche fossili, che abbiamo gravi problemi di inquinamento ambientale con costi sociali e sanitari notevoli e che abbiamo il costo energetico KWh più caro d’Europa e che corriamo il rischio di non mantenere l’impegno previsto per l’ETS – ovvero risultare costretti ad acquistare quote nel mercato delle emissioni dai Paesi più virtuosi – il tema è : subito politiche energetiche e produttive adeguate.
Politicamente è necessario attuare al più presto gli obiettivi vincolanti e qualificanti di limitazione e riduzione di questi gas, definiti dal Protocollo di Kyoto e sottoscritti dai maggiori paesi industrializzati del mondo.
Obiettivi in cui io ho creduto e che ho perseguito fin da quando ero sindaco tanto che la mia città a partire dal 2004 è stata selezionata assieme ad altri 8 enti locali di tutta Italia, per partecipare al progetto “Enti Locali per Kyoto”. Un significativo risultato di politiche ambientali capaci di produrre qualità della vita e risparmi per le tasche dei cittadini.
In campo di politiche energetiche la strategia nazionale che sta proponendo Passera in questi giorni, basata ancora per la maggior parte su su gas, petrolio e carbone penso sia un errore e un ritorno al passato. Penso che il Paese abbia bisogno invece di nuove prospettive e produzioni ad elevata qualità ecologica che garantirebbero sviluppo e risanamento climatico. Solo qualche dato. Secondo l’International Energy Agency (IEA) se gli incentivi ai combustibili fossili (superiori quest’anno al trilione di dollari) fossero eliminati entro i prossimi 8 anni, il consumo globale di energia si ridurrebbe del 3,9% l’anno con un taglio di Co2 pari a tutte le emissioni annuali della Germania. Inoltre, da oggi al 2015 il taglio dei contributi porterebbe ad una diminuzione delle emissioni tali da influire sui processi di cambiamento climatico.

4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?

La legge 40 va rivista al più presto visto che già oggi costringe molte coppie al turismo riproduttivo: circa 8 mila ogni anno. Questo fenomeno fotografa un diritto negato in Italia per motivi che non tengono conto di molte cose. La fecondazione eterologa, che avviene con donazione dei gameti estranei alla coppia, è vietata nel nostro paese ma per alcune coppie rappresenta l’unico rimedio possibile per diventare genitori. Va ricordato che in molti casi queste donne e uomini debbono ricorre a queste pratiche scientifiche perchè vittime di malattie genetiche, patologie invalidanti o reduci da terapie antitumorali. E poi ricordo che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, ha definito la legislazione italiana su questi temi incoerente: non è possibile vietare con la L.40 a coppie portatrici di una grave malattia la selezione degli embrione per permettere loro di mettere al mondo un figlio sano e allo stesso tempo permettere con la L.194 l’aborto terapeutico.
Occorre rimettere ordine nel nostro panorama legislativo.
Rispetto al fine vita sono convinta che ognuno di noi abbia il diritto di stabilire, in casi estremi, come sia più dignitoso andarsene. Ha diritto di dirlo, scriverlo su appositi registri e lo Stato dovrà rispettare queste volontà.

5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di Ogm e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi Ogm?

L’Italia è e deve restare “Ogm free”. Oggi come oggi la scienza non è in grado di affermare con ragionevole certezza né la pericolosità né la sicurezza degli alimenti prodotti utilizzando Ogm, sia che si tratti di alimentazione umana sia che siano introdotti nella catena alimentare attraverso l’alimentazione animale. Ecco perché preferisco attenermi a un saggio principio di precauzione in materia, peraltro suffragato da più di un intervento delle autorità internazionali a tutela della salute.
Quanto alla sperimentazione in pieno campo, pubblica o privata che sia, ritengo che presenti numerosi profili problematici. A differenza di altri paesi l’Italia ha proprietà agricole estremamente frammentate e spesso di piccole dimensioni, che rendono difficile garantire i proprietari limitrofi dal rischio di contaminazione, anche applicando le più attente misure di garanzia.
Ma soprattutto la mia contrarietà agli Ogm nasce da un’analisi scevra di pregiudizi del mercato e del ruolo che l’Italia può giocare nel contesto internazionale. Siamo il primo paese al mondo per numero di prodotti di qualità e vantiamo un patrimonio enogastronomico che, se fosse adeguatamente protetto dalla concorrenza sleale che subiamo, basterebbe da solo a garantirci la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. Non vedo perché l’Italia debba inseguire altri paesi, ben più ampi e più vocati alle coltivazioni intensive, sulla strada della quantità. Il nostro impegno deve invece essere quello di tutelare le produzioni di qualità, investire sull’agricoltura biologica, valorizzare le risorse agro-ambientali come straordinario motore di sviluppo. Gli Ogm, da questo punto di vista, non ci possono aiutare in alcun modo.
Quanto all’etichettatura, credo che il principio da tutelare in maniera sempre più chiara sia quello della corretta informazione del consumatore. Ciascuno sarà poi libero di scegliere se acquistare prodotti OGM o no, basta che sia in grado di farlo con diciture esplicite sulle materie prime utilizzate, la loro provenienza, i processi subiti. Non possiamo pretendere che al supermercato le persone abbiano il tempo e la competenza necessarie a districarsi tra codici e richiami alla normativa vigente, magari scritti in caratteri minuscoli. Le etichette devono “parlare”, e farlo in maniera chiara.

6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?

La medicina alternativa, per esempio l’omeopatia, ritengo sia una branca della medicina che ha dimostrato la sua utilità. Essa è considerata dalla direttiva Eu del 2006 e dall’Oms a partire dal marzo del 2010 – un rimedio farmacologico a tutti gli effetti. Con necessità quali controlli, presenza di etichettatura e bugiardino che in Italia non sono ancora prescritti né sono legge dello Stato, tanto che questo porterà il nostro Paese ad essere nuovamente sanzionato per non aver applicato la direttiva Ue sui farmaci omeopatici. L’assimilazione ai farmaci tradizionali dei farmaci omeopatici è un dovere vista la normativa in materia. Bisogna procedere con serietà e correttezza, mettendo fine ad una chiusura preclusiva dello Stato Italiano nei confronti della medicina alternativa e dei farmaci ad essa correlati. Naturalmente l’assimilazione ai farmaci tradizionali deve comportare la loro prescrivibilità attraverso il SSN.

Molta premura per “battere” gli avversari sul tempo e “appropriarsi” delle 6 domande, vero?

Vista la qualità delle risposte (che varia dalla “supercazzola” della 1 alla piaggeria della 2 alla fobia della 5 alla parapsicologia della 6; senza tralasciare ovviamente di seminare in giro fallacie di vario genere: ad populum, ad ignorantiam, ad auctoritatem solo per citare le prime tre che vistosamente mi saltano all’occhio), io al suo posto avrei aspettato un giorno in più e, indossato l’abito dell’umiltà, avrei chiesto aiuto a persone competenti.In realtà, con persone competenti si dovrebbe discutere prima di fare un programma… ma questo immagino accada nel mio mondo immaginifico che però tanto somiglia a democrazie più evolute della nostra.

Sa cosa avrei voluto vedere io (e immagino altri come me), a prescindere dalle singole linee d’iniziativa che – legittimamente e nel rispetto delle differenze – si sarebbero potute condividere o meno?

Meno “technobabble”, numeri a caso e riferimenti ad altrui pensieri; più ragionamenti propri che, partendo sempre e comunque da assunti “science based”, si articolino operativamente in “who / when / where / how / why”.

Le spiego il perché della mia duplice aspettativa, se avrà la cortesia di leggere.

Ragionamenti propri, perché m’aspetto che chi si candidi manifesti capacità di ragionamento, di collegamento e di critica; capacità di pensiero astratto e fantasia solutiva; originalità: altrimenti tanto varrebbe che si candidassero tutti assieme quelli dai cui pensieri si attinge alla bisogna e in maniera casuale.

Modalità proposizionale operativa perché, banalmente, le persone di cui lei chiede il voto vogliono sapere materialmente cosa intende fare, a chi lo farà fare e in che tempi; con quali risorse intenderà farlo e sopratutto il perché riterrà di doverlo fare.

Se non si ha nulla da nascondere, e anzi si ha fede nella bontà dei propri propositi, non v’è ragione per non essere chiari e trasparenti verso il popolo: è anzi un dovere del politico che così facendo mette l’elettorato nell’esatta condizione di verificare l’aderenza fattuale della futura opera di governo con i propositi elettorali.

Direi che si potrebbe, banalmente, riassumere la mia aspettativa con la parola “civiltà”: quella che m’attendo da chi viene bussa alla mia porta e mi dice “dammi le chiavi di casa e fidati, che io so quello che c’è da fare”.

Sempre il mondo immaginifico di cui poco sopra, immagino…

Mi sovvengono le parole di Margherita Hack (non proprio l’ultima della compagnia): “La scarsa considerazione che la nostra classe politica riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della maggioranza dei parlamentari” (potrei completare la Hack – non senza una certa presunzione – aggiungendo che, evidentemente, la maggioranza dei parlamentari rappresenta degnamente la maggioranza degli italiani, ma non è questo il tema).

Mi sovvengono perché penso che la capacità di sostenere un dialogo secondo le regole del discorso razionale e la mancanza di conoscenza dei rudimenti del metodo scientifico sono, a mio avviso, non soltanto indice di basso livello culturale ma anche – quando abbinati con la presunzione ciò non di meno di avere titolo ad avere un opinione su temi scientifici – sintomo di quella presunzione propria soltanto di chi, non sapendo, non sa nemmeno di non sapere.

Ricorda quel tizio che disse “scio nescire”, vero?

Quindi, riassumo e chioso: lei si è appropriata delle domande (avrebbe potuto legittimamente attendere che i suoi competitori egualmente rispondessero e che le vostre risposte venissero pubblicate tutte assieme e contemporaneamente sul sito di Le Scienze, per poi dilungarsi in commenti ulteriori sul suo blog) facendo una mossa comunicativamente arguta.

La qualità delle risposte (per la forma e la sostanza in cui esse sono proposte) purtuttavia non è certamente all’altezza delle legittime aspettative di chi di scienza vive, mastica o spera: piuttosto esse ricalcano il copione stanco della demagogia (daremo più soldi, vi proteggeremo dal male, vi faremo ‘pat pat’ sulla spalla per dirvi che va tutto bene anche se OGM li mangiate tutti i giorni e anzi useremo le vostre tasse per farvi curare ad acqua e zucchero in barba alle chiacchiere sulla ricerca: come dire “tutto e il contrario di tutto purché ci voti”!).

Immagino sia soddisfatta di quello che ha scritto, altrimenti non avrebbe avuto tanta premura di pubblicarlo.

Sicura d’aver fatto bene?
Mai un dubbio?

Mah: sapesse quante me ne sono venuti leggendola…

La ringrazio ad ogni buon conto per la creanza d’aver voluto rispondere e le porgo i migliori auspici augurali per l’oramai quasi conclusa competizione delle primarie.

Ad maiora.

14 pensieri riguardo “Le 6 risposte della Puppato

  1. Vaniloqui no, ma tanta presunzione e altezzosità nel giudicare sì. Ma cosa si aspettava che in un paio di paginette la Puppatp potesse sciorinare un programma di governo nei minimi particolari e motivare con chissà quale profondità tanti temi complessi come quelli che sono stati posti? Leggendo i commenti suoi e del vostro gruppo mi date l'impressione che la motivazione di fondo di questa pur lodevole iniziativa fosse quella di tendere una trappola ai candidati, per poter poi sbeffeggiarli e affermare quanto sono ignoranti a fronte di chi si ritiene invece esperto e \”scienziato\”. Infatti state subito aggredendo la malcapitata Puppato che ha avuto, non l'astuzia, ma l'onestà e forse anche l'ingenuità, di rispondere subito e per prima dicendo semplicemente come la pensa. Infatti gli altri candidati, più navigati e furbi, almeno fin ad ora si sono guardati bene dall'esporsi a dare risposte, sapendo che ogni risposta su questi temi avrebbe suscitato reazioni negative da parte di qualcuno. A differenza di tanti che ho letto sui forum, io considero le risposte della Puppato delle linee guida in gran parte condivisibili, certo da approfondire e meglio precisare in futuro se avrà un qualche potere. Sugli OGM i pareri anche scientifici sono controversi, e sull'omeopatia anch'io le ho espresso le mie diffidenze. Suppongo però se che un domani la Puppato avesse il potere di prendere decisioni in materia si consulterebbe preventivamente con chi di scienza se ne intende e terrebbe conto dei risultati di ricerche serie e documentate, visto che mi pare donna intelligente e attenta, tanto che fa riferimento a direttiva UE e all'esigenza di \”controlli\”. Saltare su tutte le furie e gridare allo scandalo, togliendo la fiducia in toto ad una persona per una affermazione appena accennata in un testo necessariamente breve che riduce \”in pillole\” materie complesse, mi pare eccessivo e strumentale. E poi,non mi piace questo modo di togliere in toto la fiducia a una persona per una sua convinzione, vera o presunta, giusta o sbagliata che sia, su un problema specifico.Come si può pretendere che un candidato rappresenti al 100% tutte le idee personali di ognuno noi? E sia bravo solo se è la nostra fotocopia?

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  2. Qualcuno pensa che la Puppato, sapendo di non avere reali chance di vincere le primarie, non abbia elaborato molto più d'un programma di facciata.In realtà credo che costoro siano animati da un livello basale d'istinto di predazione e che quindi in competizione ci si senta.Credo allora che, semplicemente, queste siano le risposte che – per qualità e quantità – la signora ritiene di dare.Gli elettori valuteranno come opportuno.

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  3. [Parte 1]Cara Cassandra,diamoci pure intanto del tu, come da netiquette e da consuetudini di questo mezzo e benvenuta nella mia casa casa digitale.Tenterò brevemente di rispondere al tuo interessante commento: sono costretto dala piattaforma a blocchi di 4'096 caratterim vorrai quindi perdonarmi lo splittaggio.L'iniziativa che valenti giornalisti scientifici, blogger e ricercatori hanno sviluppato ricalca quello che già accade oltre oceano per l'elezione del presidente degli Stati Uniti con il \”Science Debate\” organizzato da Scientific American.L'aspettativa dei promotori è ovviamente il minimo comune denominatore delle aspettative dei singoli proponenti, ovvero avere delle risposte.Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze e National Geographic Italia, ad esempio esprime le sue aspettative sul suo blog autore [http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/16/sei-domande-un-solo-perche/] dalle quali estraggo un passaggio che m'appare rilevante:« La ragione è semplice. Dal cambiamento climatico alle politiche sanitarie, dalle questioni di bioetica alle mappe sismiche, fino ai piani energetici, negli anni a venire la politica dovrà elaborare programmi – auspicabilmente a medio-lungo termine e non con il maledetto orizzonte delle scadenze elettorali – per affrontare problemi che richiedono solide specifiche competenze scientifiche e capacità di adottare decisioni razionali che vadano al di là dei borborigmi demagogici cui ci hanno abituati. E allora ci piacerebbe capire, come professionisti della comunicazione ma prima ancora come privati cittadini, quanto sono preparati i nostri futuri rappresentanti in materie che nel bene e nel male decideranno il destino del paese. Decideranno, cioè, se avviarci sulla strada della società della conoscenza o ritornare sui passi di una produzione a basso contenuto tecnologico che non può che comportare un arretramento culturale, sociale ed economico.Probabilmente ognuno di noi vorrebbe risposte lievemente diverse, o addirittura molto diverse, ma in una cosa siamo unanimemente concordi: un paese che esprime una classe dirigente incapace di affrontare queste sfide per il futuro o che ritenga si tratti di questioni di secondo piano ha già rinunciato alla battaglia per la competitività e imboccato la strada del declino. E vogliamo capire se la classe dirigente italiana ha finalmente compreso che mai come ora i cittadini hanno bisogno di risposte concrete, e non di elucubrazioni evasive. »

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  4. [Parte 2]Dal mio canto, l'aspettativa è duplice e riguarda sia la forma che il contenuto.Riguardo la forma, ritengo che un politico capace e intellettualmente onesto debba, a domanda, essere in grado di fornire risposte concrete in trenta secondi – se esposte oralmente – o 4 righe – se esposte, come in questo caso, in forma scritta – e sempre dando subito la risposta (si / no / forse) e poi la spiegazione. Riguardo la sostanza poi, io mi aspetto che chi mi chiede le chiavi di casa perché ha la \”presunzione\” (ovvero presume d'averne le capacità, non avendolo in realtà mai fatto) di governare un paese come l'Italia si degni di preparasi adeguatamente il programma elettorale (che poi m'aspetto sarà ricalcato da quello di governo) e sopratutto rispetti l'intelligenza di chi pone delle domande studiandosi le risposte da dare (nella forma e nella sostanza… sembra un po' il \”dilemma del votante\” [http://en.wikipedia.org/wiki/Voting_paradox]).Se si pongono delle domande è ovvio (anche se non scontato) che lo si faccia per avere delle risposte: nel caso in questione è poi mio convincimento che i candidati alla carica (per il tramite delle primarie) di Presidente del Consiglio dei Ministri abbiano addirittura il dovere civico di rispondere.Va da sé che poi le risposte vengono soppesate e verificate dai proponenti (il così detto \”fact checking\”) e liberamente commentate dai cittadini-elettori: fatico quindi a capire dove sia la trappola, se non indossando le lenti deformanti della politica nostrana adusa più ai soliloqui che non ai confronti.Vedi, cara Cassandra, qui il punto non è la caratura scientifica del curriculum di ciascuno di noi: i proponenti sono sì ricercatori, esperti e giornalisti che hanno distillato tante istanze arrivando a definire 6 domande, ma il corpus elettorale potenziale che attende delle risposte è ben più ampio ed è composto per lo più da semplici persone come me che non lavorano nella scienza o nella comunicazione della scienza ma che ritengono che il futuro dei propri figli dipenda anche da adeguate politiche scientifiche.La Puppato ha espresso quello che pensa (o un derivato del suo pensiero elaborato dai suoi \”spin doctor\”) e nel fare ciò – rispondere agli elettori – ha fatto solo il suo dovere: gli elettori poi esprimono legittima soddisfazione o insoddisfazione riguardo le risposte.Mi pare tautologico che ciò abbia a che fare con la democrazia, non sei d'accordo, cara Cassandra?Attendiamo ora con ansia di vedere i quattro rimanenti dei \”Fantastici Cinque\” cosa ci risponderanno: dopo di loro sarà poi il turno del centro destra, se farà delle primarie, e poi dei candidati alle elezioni politiche di primavera: il cuore d'ognuno avrà occasione d'essere pesato e misurato.Ognuno di costoro, nel rispondere, dovrà sopratutto decidere – a mio avviso, anche con la consapevolezza della ridda di reazioni scatenate dalle risposte della Puppato, se essere populisti (e quindi esprimere solo pensieri a larga maggioranza condivisibili) ovvero coerenti con sé stessi e con un'idea d'Italia di qui a dieci o vent'anni.Costoro decideranno su quali leve agire per chiedere agli elettori la fiducia e gli elettori decideranno di conseguenza per chi votare (in realtà decideranno gli indecisi, i relativisti, i moderati: i fan, i fedeli, i supporter sanno già per chi votare a priori e qualunque cosa accada).

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  5. [Parte 3]La Puppato la sua carta se l'è giocata: ha ritenuto di dare intanto delle risposte forse pensando, come dici tu, che se mai venisse eletta farebbe sempre in tempo a consultarsi \”preventivamente con chi di scienza se ne intende\”.Sicuramente legittimo: permetterai però che io e altri avremmo preferito che si fosse consultata anche prima di stilare il programma e prima di dare risposte su argomenti di politica scientifica, anche perché è ora quanto meno legittimo che io mi domandi se costei intenda così rispondere ad un'eventuale raffica di domande sulle politiche economiche o su quelle sociali o di difesa.Hai allora ragione quando dici che \”è strumentale\” togliere la fiducia a una persona sulla base delle riposte date: la persona vuole governare la mia vita, a me interessano degli argomenti e su questi pongo delle domande, la persona risponde, io decido se votarla o meno.Facile, no?Pure abbastanza democratico: ognuno si sceglie il candidato che ritiene, che lo rappresenta con la migliore approssimazione ovvero che ritiene possa meglio tutelare i propri interessi.Chiosando: diceva un mio professore \”a domanda, risposta\” e poi ti dava un voto.Nelle democrazie compiute il voto (di preferenza e di valutazione) lo danno gli elettori: non solo è normale, è anche giusto e funzionale a una sana vita democratica!Deo gratias che anche da noi si cominci con talune sane abitudini!Permettimi infine di farti notare che quando nel tuo incipit mi definisci presuntuoso e altezzoso esprimi un giudizio piuttosto netto e forte sulla mia persona \”per una affermazione appena accennata in un testo necessariamente breve\”, cozzando così con una delle tue tesi difensive del Puppato-pensiero.Conosci il detto \”medice, cura te ipsum\”?Grazie per essermi venuta a trovare e a presto!

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  6. caro Matteo Rossini, d'accordo sul \”tu\” e pure io ti ringrazio della cortese attenzione e della lunga e meditata replica al mio commento. Permettimi quindi di fare ancora la parte dell'\”avvocato del diavolo\” e rilevare qualche contraddizione o aspetto opinabile nelle tue argomentazioni.Premetto che trovo interessante e motivata la iniziativa del vostro gruppo di interpellare i candidati delle primarie del centrosinistra su temi importanti per il futuro della nostra società come quelli delle sei domande. Sapere prima di andare al voto come la pensano e cosa intendono fare coloro che si candidano a governare il Paese è aspirazione non solo legittima, ma doverosa, per poter scegliere informati.Il ragionamento non fa una grinza, e mi auguro che lo stesso metodo di consultazione venga adottato anche per il centrodestra e soprattutto per il Movimento 5 stelle, che dai sondaggi pare essere ormai il secondo partito, o non partito, d'Italia e che aspira a portare oltre cento suoi attivisti in Parlamento. Di questi non ho trovato citazione nel vostro progetto.Sottolineo anche che l'iniziativa è, oltre che meritoria, rivoluzionaria, perchè da sempre siamo stati abituati in politica a \”comprare a scatola chiusa\” basandoci più su motivazioni e sentimenti o risentimenti di natura ideologica, pro o contro la destra o la sinistra, i comunisti o Berlusconi, i clericali e gli anticlericali, e così via. E ci siamo trovati quindi con parlamenti pieni di inquisiti e condannati, corrotti, o incapaci, e con ministri e sottosegretari che saltellavano da un ministero all'altro senza aver la più lontana competenza o conoscenza del settore che dovevano governare.Questo premesso, però non vorrei si passasse da un estremo all'altro, pretendendo oggi dai candidati una disamina approfondita ed esauriente dei mezzi e dei modi con cui intendono raggiungere i fini che si propongono,su tutto lo scibile umano, cosa che è forse impossibile da ottenere da chiunque, anche fosse un genio. E non sarebbe comunque una garanzia.Vedi il magro risultato che stanno ottenendo e gli errori che compiono i nostri governanti attuali,tecnici ed esperti bocconiani tanto osannati.Mi accontenterei pertanto di conoscere buone linee guida e prese di posizione chiara sugli obiettivi che ognunoo si prefigge, per esempio su laicità, giustizia, modello economico ecc..; poi i mezzi e i tempi di realizzazione possono dipendere dalle situazioni reali in cui si troveranno ad operare, dalle difficoltà e ostilità che incontreranno, dai mezzi che avranno a disposizione e che non possono essere previsti oggi in un contesto nazionale e internazionale complesso, difficile e molto influente.Tornando al metodo della consultazione obietto anche che non si possono pretendere risposte in 30 secondi e 4 righe, salvo poi accusare chi risponde di parlare per slogan o elucubrazioni evasive.Tu stesso per spiegarmi le tue motivazioni hai impiegato tre post da 4000 caratteri l'uno… e io forse dovrò fare altrettanto, appena trovo il tempo di continuare…

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  7. [Parte 1]Ben ritrovata, Cassandra.Sono ben lieto di riaverti mia ospite: sei una persona vivace e di piacevole conversazione.Prima di tutto le comunicazioni \”istituzionali\”.Nel gruppo Facebook [https://www.facebook.com/groups/443640142366700/] da cui l'iniziativa ha preso le mosse se ne parla più in dettaglio, ma come ho comunque riportato nei miei precedenti commenti [http://matteorossini.blogspot.com/2012/11/le-6-risposte-della-puppato.html?showComment=1353312391471#c3218727270402478170]«[…]Attendiamo ora con ansia di vedere i quattro rimanenti dei \”Fantastici Cinque\” cosa ci risponderanno: dopo di loro sarà poi il turno del centro destra, se farà delle primarie, e poi dei candidati alle elezioni politiche di primavera: il cuore d'ognuno avrà occasione d'essere pesato e misurato.[…]»Quindi si, toccherà anche ai grillini.Veniamo ora a noi.Hai ragione: siamo abituati a comperare a scatola chiusa perché abbiamo da tempo delegato il ragionamento e la responsabilità che reca seco ad altri; ed hai egualmente ragione quando dici che non si può pretendere una disamina approfondita d'ogni tematica dello scibile umano (non hai mancato d'appuntare che anche qual'ora un novello Diderot s'impegnasse in tale opera, ciò non ci darebbe garanzia della sua capacità di governo: sai bene che abbiamo esempi di ministri attuali e passati autori di citatissimi studi e vendutissimi libri e ciò non di meno non esattamente all'altezza del compito).Ben venga allora l'iniziativa di porre domande ragionate: m'auguro anzi che davvero altri gruppi copino l'iniziativa rivolgendola all'economia, alle politiche sociali etc. Come te, nelle risposte m'accontenterei di buone linee guida e prese di posizione chiare, accettando che mezzi e tempi siano più che rivedibili stante le contingenze; e sebbene io sono notoriamente logorroico (per vocazione solo in parte ma anche per scelta, con l'auspicio che una certa ridondanza d'informazione migliori la non fraintendibilità del mio messaggio, anche se spesso ne complica l'intelligibilità rendendolo a tratti ermetico), m'aspetto che un professionista della comunicazione – quale è o dovrebbe essere un politico – sia in grado d'applicare la sintesi (qualità propria per altro anche di chi ha ben compreso ciò di cui parla).

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  8. [Parte 2]A questo punto allora, dato che nei sommi capi mi pare io e te si abbia una ragionevole sintonia – tale quanto meno da lasciar supporre la possibilità d'una comunicazione efficace, occorre si torni a parlare della Luna (la qualità e la sostanza delle risposte della Puppato) e non del dito (le opinioni dei lettori delle risposte della Puppato, le persone dei lettori o dei commentatori o finanche la persona stessa della Puppato): occorre cioè circoscrivere l'ambito del ragionamento a ciò che pare più rilevante.Io sono sicuramente limitato e il mio ragionamento non v'è dubbio manifesti delle fallacie, ma per quanto m'impegni trovo difficoltoso digerire le sei risposte della Puppato (non oso immaginare, ben inteso, cosa manderanno gli altri: ho letto con interesse il tuo blog, animato da sana e frizzante passione politica e in massima parte credo di poter concordare con le posizioni che ivi esprimi).Come ho detto«[…] la qualità delle risposte […] varia dalla \”supercazzola\” della 1 alla piaggeria della 2 alla fobia della 5 alla parapsicologia della 6 […]»e sicuramente nell'acredine della mia sintesi v'è tutto il mio disappunto e in ciò anche il mio oggettivo limite (giacché le antiche braci della giovanile militanza politica ancora non sono evidentemente pienamente sopite).Potrei accettare la rispsta 4 al più, sebbene alcuni punti – messi in luce anche nei commenti su Il Fatto Quotidiano- avrebbero necessitato d'appena qualche parola in più.Per quanto però la Puppato oggettivamente mi piaccia e m'appaia avere qualità migliori delle analoghe dei suoi competitori – e, per onestà intellettuale, credo prenderà alle primarie una sciocchezza di voti, a me come ha risposto non solo non soddisfa, ma un po' anche delude stante le aspettative che avevo sulla sua persona (sebbene io sono il primo a dire che le aspettative sono tutte sbagliate e destinate sempre ad essere disilluse).Anche alla luce di quanto scrivi sul tuo blog, ti reputi – se non pienamente – abbastanza soddisfatta di come la Puppato ha risposto?Cioè, ci accontentiamo perché tanto non c'è di meglio o è legittimo far notare a chi crediamo possa per altro rappresentarci degnamente che forse un po' d'attenzione in più a due o tre temi dovrebbe prestarla, sino a che c'è ancora tempo per correre?Io spero, per amore di democrazia che necessità di sana competizione, che lo staff della Puppato si renda conto degli errori di comunicazione commessi e volga la cosa a proprio favore (facendo leva, come dicevi ad esempio tu, sulla solerzia nel pubblicare come a una prova della dei lei onestà intellettuale: se abbinasse questa tesi con uno \”scusate: tanto avevo fretta di rispondervi che ho detto un paio di fagianate e ora mi correggo\” probabilmente guadagnerebbe punti, almeno agli occhi di gente come me).Che ne pensi?

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  9. Caro Matteo, mi sono appena rimessa davanti al computer per replicare su altre due o tre punti che mi erano rimasti fuori dal post precedente e vedo che hai messo altra carne sul fuoco. Cucinarla tutta è compito arduo, ma provo a riassumere.Se ti avevo accusato nel mio esordio di \”arroganza e altezzosità nel giudicare\” è perchè l'impressione che avevo ricavato dai tuoi giudizi era effettivamente quella. Forse non ci rendiamo conto quando giudichiamo gli altri che le parole di critica spesso sconfinano nell'insulto gratuito e pregiudiziale. Ci accorgiamo di quanto pesano solo quando vengono indirizzate a noi stessi, e quindi ce ne sentiamo offesi e feriti. Mi dispiace se te ne sei avuto a male, ma il \”medice cura te ipsum\” deve valere per tutti. La tua apertura evidentemente e pregiudizialmente ironico-distruttiva nei confronti della Puppato, l'attribuirle subito una malevola intenzione predatoria di \”appropriarsi\” per prima delle domande (invece di apprezzarne la solerte disponibilità, a fronte del silenzio tattico di altri), il valutare le risposte come \”supercazzole\” fobie parapsicologiche… fallacie per un popolo di ignoranti… \”non ha capito..\” ecc… ; devi ammettere che sono espressioni che feriscono il bersaglio, al di là di quello che è il contenuto delle risposte, che nessuno può dire fino a che punto siano giuste o sbagliate, perchè sono discutibili come tutte le opinioni. Quello che ho riscontrato nel tuo primo commento e in altri commentatori del gruppo o di lettori su Il Fatto mi è parso un atteggiamento polemico, ma non scientifico come vuol essere l'approccio dell'iniziativa. Si può dire: io non condivido le risposte per questo o quest'altro motivo. La critica è ovviamente legittima, anzi utile. Ma mettersi al di sopra con atteggiamento da esaminatore o giudice che condanna, stravolge quello che dovrebbe essere lo scopo informativo-conoscitivo della vostra consultazione. Dare \”pagelle\” e bocciature in questo modo mi pare un po' arbitrario e fa venire voglia di chiedere: e chi esamina gli esaminatori? O, se vogliamo scherzarci su: chi vi ha dato la patente? E poi sono pronta a scommettere che anche tra i promotori dell'iniziativa i pareri scientificamente motivati siano diversi.Passiamo un attimo sull'aspetto \”competenza\”. Prendiamo ad esempio i ministri della sanità competenti e incompetenti che abbiamo avuto. De Lorenzo era un medico \”competente\”, ma combinò dei bei pasticci. Sirchia, medico competente ha forse fatto meglio della incompetente Bindi che pur qualche riformetta l'ha tentata? Ho letto che la \”incompetente\” Tina Anselmi fu tra i promotori e fautori della prima riforma sanitaria che abolì le mutue e creò il Servizio Sanitario Nazionale. Veronesi, il più competente, qualcosa di buono l'ha fatta nel poco tempo che è stato ministro; ed è persona che io stimo e apprezzo per le sue posizioni sulla laicità e per il suo impegno di oncologo e nell'associazionismo per la ricerca sul cancro. Ma non condivido la sua posizione sul nucleare e ho forti dubbi sul suo favore per gli inceneritori. Lo butto a mare e gli tolgo la stima e lo sbeffeggio per questo? No di certo. Accetto il fatto che nessuno è perfetto o non sbaglia mai e nessuno può rappresentare in toto al 100% le mie convinzioni. Quando ne ho l'opportunità firmo referendum o petizioni o scrivo post per esprimere il mio dissenso o consenso sulle materia specifiche.(continua)

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  10. (Continuazione)Altro aspetto che tu hai sollevato e a cui tieni è quello della comunicazione. Ed è giusto, un buon politico deve saper comunicare idee, intenti e progetti con concisione ed efficacia. Ma anche questo bel requisito non è sempre una garanzia di buona politica. Quanti affascinanti comunicatori e affabulatori del popolo abbiamo visto all'opera e quante volte ci hanno imbrogliato? Non faccio nemmeno nomi perchè penso li conosci anche tu. Prodi non era un buon comunicatore, ma come premier, fin che gliel'hanno lasciato fare, ha operato meglio di tanti altri predecessori e successori più convincenti a parole; almeno secondo me. La Puppato è stata lacunosa o imprecisa o generica per taluni aspetti? E' possibile. Io considero le sue risposte come semplici indicazioni di un indirizzo, linee guida di un programma perfettibilie e meglio precisabile quando ce ne sarà il tempo e il luogo opportuno. Per ora mi basta. Poi se lei crede nelle medicine alternative in cui io non credo, me ne dolgo, ma non mi strappo i capelli o la insulto. Gliel'ho già scritto e lo ripeterò ad ogni occasione. Spero che prima di prendere decisioni in materia si documenti bene, se è saggia come io voglio credere.Per questo non tolgo la mia fiducia alla Puppato, perchè mi convince come persona nel suo insieme, anche se non tutto mi convince o mi basta delle sue risposte. Nè mi aspetto di averne delle migliori dagli altri candidati, che comunque sono interessata a conoscere.Io di regola faccio una valutazione complessiva di una persona candidata a governare me e il Paese intero; e oltre alla sua linea politica e programmatica sugli aspetti a cui più io tengo (e che mi fa piacere conoscere prima), guardo all'onestà intellettuale e materiale, al cuore e alla testa con cui opera, alla determinazione, alla coerenza e alla rettitudine morale, alla capacità di avere una visione globale dei problemi di un paese, tenendo conto di esigenze e interessi diversi e spesso contrastanti.E fino a questo momento, per quanto ho potuto sapere del suo curriculum vitae, senza divinizzarla e nella consapevolezza che le delusioni sono sempre dietro l'angolo, continuo a sostenerla.Grazie di aver apprezzato il mio modesto blog, frutto della mia antica passione civico-politica da cittadino libero e scomodo, con tante cicatrici.A risentirci alla prossima esternazione controversa.

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